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al testo di Anna Laura Longo
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PER UNA MIRABILE RATIFICA DELL'ESISTENTE In memoria di Mario Bertoncini Un dispiegamento di fantasmagoriche ombre sonore: semi acustici iniettati in suoli fitti ma proliferanti di neomagie. Sogni ripidi e attrattivi, dove si erge il vento nella trasparenza di un vissuto artistico emergenziale, mai sopito anzi offerto e maturato nella discrepanza col mondo. Ho avuto modo di ascoltare per la prima volta Mario Bertoncini in un récital che affiancava la brillantezza e il fantasioso appeal del sonatismo scarlattiano alle personali ricerche sonore, incentrate - tra l' altro - sull' elaborazione di strumenti autocostruiti. Con chiarezza è emerso un orizzonte ampliato e una sobrietà ideativa sconfinante in mondi di autentica e poliedrica audacia, densamente incantevoli. È raro, del resto, allontanarsi da un concerto o da una performance musicale avendo chiara la sensazione di portar via con sé i sedimenti non soltanto di una buona maestria, ma un singolare effetto di avvolgenza, che consenta poi - distintamente - di situare quel circoscritto evento all' interno di un "involucro di rilevanza" e di libertà ben specifica : un' impronta al contempo mnemonica ed esperienziale. A ben vedere, l' applicazione di un principio estensivo ha riguardato, nel suo caso, la vicenda artistica unitamente a quella personale ed esistenziale. Come veri e propri flussi microtonali restano dunque vigenti - e magicamente dischiuse - le idee, le intuizioni, le progressive linee- guida trasferite in incessanti traiettorie sperimentali, quasi fossero pennellate intrise di vita o ancor meglio " forme di vita " (forme di esuberanza), da ri-conoscere e osservare, prelevandone un interessante invito: impegnarsi, differentemente, per una possibile e mirabile ratifica dell' esistente. |
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